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Lesson Transcript

Artusi e la bibbia della cucina italiana.
In Italia, tra i tanti libri di cucina pubblicati ogni anno, ce n’è uno che non passa mai di moda e che continua ad essere ristampato dopo più di 100 anni. È “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” di Pellegrino Artusi, la bibbia della cucina italiana, pubblicato per la prima volta nel 1881.
Scritto in un italiano desueto, ma ancora vivace e divertente, l’Artusi conta 790 ricette provenienti da tutta Italia, per la prima volta raccolte in un unico volume. Il gusto e i modi di cucinare sono un po’ cambiati nel corso di un secolo, eppure l’Artusi è alla base della cucina nazionale italiana come la conosciamo oggi.
Pellegrino Artusi, uomo colto e appassionato di gastronomia, è già anziano quando si mette a scrivere il suo libro di ricette, consigli e aneddoti sull’arte della cucina. Pubblica la prima edizione a proprie spese nell'impossibilità di trovare un editore, racconta nell'introduzione.
Pasta asciutta e in brodo, secondi di carne e di pesce, salse, sughi, dolci. C’è veramente di tutto. Alcuni ingredienti sono ormai rari o introvabili, altri hanno cambiato nome. La misteriosa Farina d’Ungheria consigliata per diversi dolci non si trova più, ma può essere sostituita dalla farina di manitoba. La “carnesecca” altro non è che una pancetta non affumicata.
Alcune consuetudini culinarie non sono affatto cambiate. La pasta all’uovo fatta in casa, come le tagliatelle, si fa allo stesso modo da secoli, con uova e farina e tirata col matterello. La salsa verde dell’Artusi, che si prepara sminuzzando capperi, acciughe, cipolla, aglio, prezzemolo, e aggiungendo succo di limone, è esattamente come la farebbero oggi mamme e nonne italiane. Provatela con pesce o carni fredde o uova sode come consiglia l’autore, è deliziosa.
Nei passatelli in brodo di oggi, una minestra romagnola, non si usa più il midollo di bue, praticamente scomparso dalla cucina moderna. Gli unici ingredienti sono pangrattato, parmigiano, uova e noce moscata. Anche il budino di cervelli di maiale, che secondo Artusi si adattava al “gusto delicato delle signore” probabilmente non sarebbe considerato una scelta raffinata dalle donne italiane di oggi.

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