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Lesson Transcript

Venezia, mio amor
Non c’è persona al mondo che pensando a Venezia non sia sfiorata all’istante da pensieri sfrenatamente romantici. Venezia è il luogo d’amore per antonomasia, ma a parte per coloro, pochi, che a Venezia s’innamorano veramente, questa città è da tempi memorabili elisir d'amore e rimedio a passioni sbiadite dalle incurie del tempo per milioni di amanti di ogni tipo e provenienza- coppie più o meno solide, più o meno giovani, più o meno lecite che Venezia ammalia, decreta e nutre.
Venezia colpisce al cuore ed è quindi il luogo migliore dove lasciarsi guidare dalle emozioni e cullare dalla superficie morbida degli specchi d’acqua che offrono oltre alla bellezza reale della città, un suo doppio riflesso e immaginario. Chissà quale immagine di se stesso Casanova poteva scorgere in quei riflessi ondulati, di passione e di sofferenza… Siamo ora con lui a Palazzo Merati, è l’alba stiracchiata di una qualunque giornata settecentesca- l’alcova ancora tiepida e la mente in subbuglio di fronte a una colazione dolce e rigenerante. Poco prima di mezzogiorno usciamo freschi di lavanda e di lavanderia; broccati, e arzilli procediamo in direzione campo San Maurizio. Dove prendiamo un aperitivo con il poeta Giorgio Baffo e uno spuntino letterario dalle tinte erotiche di cui il maestro ci sublima. I rintocchi del campanile pendente ci risvegliano dall’oblio dei sensi e siamo pronti così a muoverci verso campo San Samuele per fare una tappa al teatro che questo campo ospita e porgere gli ossequi all’attrice Zanetta Farussi, madre adultera di Giacomo.
Ci spostiamo tra l’umido e colorato labirinto delle calli per raggiungere poi campo San Stefano dove assistere alle conturbanti pratiche di violino della nostra guida immaginaria. Lasciandoci trascinare dai rossi riflessi del cielo al tramonto arriviamo, finalmente, in Piazza San Marco, che con i suoi angoli nascosti e i suoi caffè è stata teatro di molte avventure del seduttore. Una bibita al Caffè Florian e una succulenta cena prima di avviarci al Ridotto, luogo in cui ammazzare il tempo in attesa dell’ennesimo incontro galante e di una lunga notte veneziana da dedicare tutta al cuore e alla passione.

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